Roma, 10 gennaio 2023
Il concetto di Bellezza racchiude un codice di valori che contraddistingue l’identità del Paese. Viene dalla natura e dal paesaggio, dalla cultura e dalla conoscenza, dalle tradizioni e dall’innovazione. E si esprime nelle forme più disparate, rese dalla peculiarità di ogni singolo territorio.
La Bellezza è una risorsa strategica che non si esaurisce in sé stessa, al contrario continua ad aggiungere Valore, alla ricerca di un posizionamento distinto a livello internazionale.
All’Italia viene riconosciuta una continua ricerca estetica che avvolge l’arte, il paesaggio, i monumenti, ma anche l’industria di design. Questa fama, la sua bellezza, si riflette positivamente sull’economia e sul PIL del Paese (secondo una indagine del 2022 condotta dalla Banca Ifis, l’Economia della bellezza, sommando i vari settori, rappresenta circa il 24% del PIL italiano).
Un territorio dunque che sviluppa Bellezza, genera valore: economico e sociale. E, come tale, è in grado di aprire diverse opportunità, trainando lo sviluppo di una nazione, generando interesse e flussi, turistici come di investimenti.
L’energia dello Zambia
In un momento in cui l’energia è al centro della geopolitica mondiale, il governo dello Zambia sta mettendo in atto sinergie con gli investitori privati, per un piano di riconversione energetica molto ambizioso.
Secondo la multinazionale di consulenza Kearney, gli investimenti stanziati per i prossimi venti anni dovranno riflettere il cambiamento delle priorità e le necessità di sviluppo. Circa il 30% delle risorse andrà verso la distribuzione dell’elettricità necessaria per la crescente urbanizzazione. Per superare le sfide, il governo ha chiesto la collaborazione del settore privato.
Con tre centrali elettriche lungo il corso dello Zambesi, le Cascate Vittoria sono un asset cruciale per il Paese, sia nella produzione energetica che come attrazione turistica. La visita spettacolare e le meraviglie naturali, inclusi i due Parchi Nazionali che ne fanno parte, la rendono una delle mete principali di tutta l’Africa e Patrimonio UNESCO.
L’ Uruguay e l’agrifood
Altri Paesi hanno nell’agrifood il loro fiore all’occhiello, come l’Uruguay. Secondo l’agenzia di promozione delle esportazioni Uruguay XXI, la piccola Repubblica incastonata tra Brasile e Argentina può sfamare, grazie alle sue produzioni, fino a un potenziale di 50 milioni di persone, a fronte di 3,5 milioni di abitanti. L’impegno nel proporre cibo di qualità ha reso l’Uruguay un’avanguardia nella filiera agroalimentare e ha aperto ai mercati di Europa, Stati Uniti e Asia.
Politicamente stabile, progressista, ricco di cultura, l’Uruguay offre ai suoi visitatori esperienze che vanno oltre il turistico: che si tratti di un mate nella cosmopolita capitale Montevideo o della transumanza stagionale condotta dai gaucho.
Honduras e L’Isola dei Famosi
La biodiversità dell’America Centrale e Caraibica rappresenta un contributo fondamentale nella fornitura alimentare mondiale. Pandemia e crisi climatica stanno avendo un impatto devastante, ma il CGIAR – Gruppo Consultivo per la Ricerca Agricola Internazionale – ha avviato delle iniziative per rilanciare sostenibilità e competitività nella regione. Uno dei Paesi in cui sono state presentate queste misure è l’Honduras, con la cooperazione tra governo, settore privato, società civile, partner e finanziatori internazionali.
Ma a rilanciare il turismo in questo Paese negli ultimi anni è stata soprattutto L’Isola dei Famosi. Cayos Cochinos è un piccolo arcipelago al largo della costa atlantica dell’Honduras che da anni ospita il popolare show. Si tratta realmente di un paradiso tropicale praticamente incontaminato, dichiarato Monumento Naturale Marino. Roatan è l’isola principale, distante solo pochi chilometri da West Bay Beach, riconosciuta come una delle dieci spiagge più belle del mondo.
Cineturismo
A tal proposito, il cineturismo merita un’attenzione particolare. Film e serie TV, che sfruttano la bellezza scenografica di un luogo, facendo crescere il pubblico in visita a location rese famose da grandi successi cinematografici.
Iniziato già dagli anni ’90, la realtà del cineturismo si è consolidata negli anni. Ciò ha permesso un nuovo approccio, sia nella scelta dei set da parte dei produttori, sia nell’offerta da parte delle località, allettate da un possibile ritorno in termini di immagine e visitatori. Si calcola che, nell’anno prima della pandemia, ben 80 milioni di persone abbiano scelto questa modalità di viaggio, contro i circa 40 milioni del 2015. Il sito championtravel.com ha stimato che, in media, un film può aumentare il turismo e ricavi di oltre il 30%.
In Gran Bretagna, la saga di Harry Potter ha più che raddoppiato gli ingressi al castello di Alnwick, ma gli esempi sono tantissimi, in tutto il mondo. Un classico come Il Signore degli Anelli, girato in Nuova Zelanda, riporta Forbes, è valso un incremento di 27 milioni di dollari l’anno di indotto. L’1% di turisti intervistati ha dichiarato di essere andato in Nuova Zelanda per il film, il 6% anche per il film, mentre l’80% è comunque consapevole che la saga vi sia stata girata.
Dal K-pop alla K-culture
Un Paese che sta sfruttando al meglio il soft power dell’intrattenimento e della cultura è certamente la Corea del Sud. Non si tratta di risultati casuali, ma frutto di investimenti mirati da parte del governo di Seul. Dopo la crisi economica dei primi anni ’90, la Corea ha puntato forte sulla cultura e in particolare sulla cultura popolare, creando un apposito dipartimento interno al ministero.
Film e serie TV sudcoreane (K-drama), hanno permesso di far conoscere qualcosa in più di una cultura (K-culture) a lungo percepita distante dall’Occidente. Si è andati oltre il solo K-pop, la musica pop coreana rappresentata dalla boy band BTS, che ha conquistato di prepotenza il mercato internazionale. Parasite è stato il primo Oscar come miglior film vinto da una pellicola non statunitense, non 2020. L’anno dopo, Netflix ha lanciato una serie TV rimasta nel cassetto per circa dieci anni, Squid Game, che ha raggiunto un successo clamoroso (e probabilmente inatteso nelle proporzioni).
Ogni Paese ha una Bellezza unica che aspetta solo di essere valorizzata
Ogni Paese ha una Bellezza unica che gli è propria e, dunque, inimitabile. Tale Bellezza, culturale, imprenditoriale, o paesaggistica che sia, diventa un asset a 360 gradi, fondamentale per costruire la propria narrazione e innescare un circuito economico virtuoso e sostenibile.
La Mission di Easy Diplomacy è «Ripartire proprio dalla Bellezza». Attraverso proposte progettuali concrete, possiamo ridare carica all’economia di un Paese puntando sulla sua Unicità per lo sviluppo economico e sociale dei territori.
“La Bellezza salverà il mondo (Fëdor Dostoevskij)“