La risposta alle nuove sfide del Mondo Diplomatico

Roma, 8 Agosto 2022

Le sfide di oggi hanno due nomi: Tempo e Incertezza

Dopo due anni di pandemia, con in corso un conflitto dalle importanti implicazioni mondiali e con crisi di vario genere all’orizzonte (climatiche, finanziarie, alimentari), le difficoltà e gli ostacoli si accumulano uno sull’altro, al punto da farci sentire inermi e immobili mentre l’orologio mangia i secondi. Trovare il giusto volano per ripartire diventa indispensabile.
I funzionari delle Ambasciate, delle Rappresentanze estere e delle Organizzazioni Internazionali ne sono consapevoli. La Diplomazia ha infatti nel tempo la sua risorsa più scarsa e nella ricerca di nuove opportunità politico – economiche per il proprio Paese la sua Missione.

Challenge

Quando a un Funzionario viene assegnato un incarico, la sua permanenza nel luogo di destinazione dura mediamente dai tre ai quattro anni. Lasso di tempo in cui, oltre a gestire le necessità dovute al fatto di lavorare e vivere in un Paese straniero, deve raggiungere gli obiettivi assegnati dal proprio governo, porre le basi per progetti di lungo periodo che probabilmente non sarà neanche lui a portare a termine, oppure proseguirne altri iniziati dai suoi predecessori.

Ecco dunque che si presentano necessità impellenti come l’inserimento in un nuovo ambiente, l’adattamento a meccanismi sociali differenti dal proprio, ostacoli che vanno dalla burocrazia alla lingua e alla cultura locale (cross culture), ma anche compiti di ampia portata, dalla gestione delle relazioni istituzionali alla ricerca di opportunità economiche per il proprio Paese.

Queste sono tutte sfide note al Mondo Diplomatico. C’è però una differenza sostanziale, rispetto a prima: sono calate all’interno della spirale di incertezza che caratterizza la società odierna.

Approcciare e gestire dunque queste difficoltà ‘nella stessa modalità di sempre’ non solo è inefficace, ma anacronistico. Servono Acceleratori per rimettere in moto la macchina.

In altre parole, i tempi della politica devono cominciare ad allinearsi a quelli dell’industria.

Outsourcing. Cos’è e come funziona l’esternalizzazione per la PA

Il servizio in outsourcing per la Pubblica Amministrazione risponde all’esigenza del settore pubblico di raggiungere risultati ottimali in tempi brevi, affidandosi a chi – nel settore privato – ha i mezzi e le competenze per farlo nel modo più efficiente ed efficace possibile. Un esempio calzante per il mondo diplomatico è CIBTvisas: azienda statunitense attiva da oltre 50 anni e con sedi in molte parti del mondo, fornisce alle ambasciate procedure rapide per soddisfare le crescenti richieste di visti di viaggio e di elaborazione dei passaporti, facendo così risparmiare tempo e risorse alle Rappresentanze.

Tuttavia, l’esternalizzazione dei servizi non riguarda solo l’evasione di pratiche burocratiche e consolari. Essa diventa una possibilità nel caso sia necessario per le Rappresentanze Estere trovare in tempi rapidi soluzioni che rispondano alle richieste dei rispettivi governi nel campo della promozione paese, nella ricerca degli investimenti, nell’attrazione delle aziende, nella promozione turistica. La soluzione ottimale è individuare un intermediario di fiducia che conosca il tessuto burocratico ed economico italiano, in questo caso, e al contempo sappia entrare in empatia con il mondo diplomatico.

Prendiamo il settore del turismo. All’indomani di un biennio caratterizzato dal crollo dei viaggi internazionali, molti Paesi hanno necessità di ripartire attraendo il maggior numero possibile di visitatori, con un occhio però ai nuovi modelli turistici, diversi da quelli pre-pandemici. Allo stesso tempo, numerose imprese del settore sono in cerca di nuovi sbocchi verso cui approdare. A questo punto, sorge spontanea la domanda: chi si occupa di disegnare in modo efficace un progetto turistico per un Paese adeguato alle nuove necessità e di trovare le aziende adatte a parteciparvi? Chi mette il piede sul gas per far ripartire il settore?
Un funzionario diplomatico potrebbe non avere il tempo e le risorse adeguate. Potrebbe non conoscere a fondo il terreno su cui è chiamato a operare. Allo stesso tempo, le aziende potrebbero ignorare ciò che il Paese ha da offrire, perché il messaggio veicolato dal governo incappa nell’eterno scoglio della burocrazia e delle differenze culturali.

Come superare questi ostacoli in modo efficace e in tempi brevi? La risposta per noi di Easy Diplomacy è da sempre una sola, l’Outsourcing: il compito di disegnare un progetto su misura e di ricercare le risorse adatte allo scopo viene affidato a un professionista esterno che conosca la domanda e l’offerta e le faccia concretamente incontrare.

Una partnership di lungo periodo: il PPP

Nel 2015, l’Ambasciata degli Stati Uniti nel Kazakistan e l’azienda petrolifera Chevron hanno dato vita al progetto “MakerSpaces” nelle città di Almaty e Nur-Sultan, con l’obiettivo di facilitare per i giovani kazaki l’accesso alle attività dei settori STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematichs). Spazi dotati di attrezzature tecnologiche grazie alle quali studenti e giovani professionisti possono lavorare e studiare insieme per approfondire le proprie competenze. Nel 2020, l’impegno è stato riconfermato grazie a un memorandum d’intesa (MOU) che ha istituito “Makerspaces Expands!”, estendendo l’offerta a un totale di dieci città kazake.
La collaborazione tra Chevron e l’Ambasciata degli Stati Uniti è un esempio di partenariato pubblico-privato (PPP) che vede coinvolta una missione diplomatica, naturalmente su spinta del proprio governo. Questo tipo di partnership comprende diversi modelli di cooperazione e vi si può ricorrere in tutti i casi in cui si desidera realizzare un’opera di pubblica utilità la cui progettazione e realizzazione siano affidati al settore privato. Il settore pubblico, tramite una collaborazione di lungo periodo, può dunque avvalersi degli strumenti, dei finanziamenti e delle competenze del privato per raggiungere i propri obiettivi, risparmiando sia il tempo che le energie grazie a una maggiore efficienza. Il privato, in cambio, ottiene l’intera gestione del progetto e tutti i benefici che da essa conseguono. Un’azienda produttrice di caffè, ad esempio, potrebbe prendersi in carico l’impegno di riqualificare un’area depressa di un Paese impiegando manodopera locale e sviluppando coltivazioni sostenibili sotto il profilo sociale e ambientale, mantenendo per sé i ricavi dalla vendita della materia prima e del prodotto lavorato.
Il partenariato pubblico privato, in altre parole, è una visione ad ampio raggio che affianca obiettivi pubblici e obiettivi privati, sfruttando capacità e potenzialità di entrambi gli attori.

Il B2B come opportunità di crescita. Un esempio concreto.

Il Business-to-Business ha a che fare con tutti quei processi che mettono in relazione tra loro le aziende nelle attività necessarie per lo sviluppo del prodotto. In ambito internazionale rappresenta un importante acceleratore per la ripartenza e lo sviluppo economico di molti Paesi, ovviamente se ben organizzato.
Per quanto riguarda il mondo diplomatico, uno dei task principali degli uffici economico commerciali dell’Ambasciata o del Consolato, è quello di costituire delegazioni di imprenditori che possano recarsi nel loro Paese ed entrare in diretto contatto con le imprese locali, stabilendo legami utili a realizzare progetti di business in ottica win-win. Oltre il fatto che l’offerta che il Paese può mettere a disposizione delle imprese va personalizzata secondo le necessità delle stesse aziende e che un consulente esperto si preoccuperà di profilare prima. Ma un b2b per essere efficace non deve limitarsi al mero scambio di biglietti da visita. Bisogna far incontrare ‘le giuste aziende’, per settore, per necessità e obiettivi comuni.

Nel 2020, in occasione dei 30 anni della consacrazione della Basilica di Notre Dame de la Paix di Yamoussoukro, Easy Diplomacy ha realizzato un prodotto turistico specifico per la Costa d’Avorio, orientato a rendere la Basilica nota come “San Pietro d’Africa” un punto di riferimento del turismo religioso anche per l’Europa e l’Italia, centro nevralgico del cristianesimo mondiale.

La collaborazione tra Easy Diplomacy e l’Ambasciata ivoriana presso la Santa Sede si è concentrata primariamente sugli aspetti religiosi e culturali del progetto, individuando i punti chiave necessari a dare l’opportuno posizionamento alla Basilica simbolo e attorno a cui costruire un progetto di sviluppo turistico più ampio per il Paese.
Nel primo viaggio esplorativo, Easy Diplomacy ha accompagnato in Costa d’Avorio un tour operator spagnolo e dieci sacerdoti tour leaders per illustrare le potenzialità del Paese africano sotto il profilo turistico. Grazie al rilascio di visti agevolati per l’occasione, il tour operator ha potuto raggiungere la destinazione in tempi brevi, scoprire un nuovo territorio accompagnato dal governo, ed entrare in contatto diretto con gli operatori locali, siglando accordi con loro durante un evento B2B organizzato dal governo ivoriano e dall’ufficio del turismo locale.

È stato così creato, immediatamente dopo il viaggio di ispezione (Fam Trip), il primo prodotto turistico religioso e culturale che collega Spagna e Costa d’Avorio, un prodotto lanciato ora sul mercato europeo, e con l’evento B2B il tour operator spagnolo e le imprese ivoriane hanno avuto la possibilità di espandere il loro raggio d’azione e le loro attività.
Non è che l’inizio.

Le parole d’ordine della ripartenza

Le nuove sfide, lo abbiamo visto, sono problemi concreti, anche per i Diplomatici. Ci sono però le soluzioni a questi problemi e rispondono a tre parole d’ordine: Outsourcing, Partenariato Pubblico Privato, B2B. Tutti ingredienti essenziali per far ripartire le economie in un periodo di incertezza. Oggi il settore pubblico, e nel caso specifico quello che include le Rappresentanze Estere, può affidarsi a queste tre opportunità per realizzare la propria missione e raggiungere i propri obiettivi in maniera efficace.

C’è solo un ultimo ingrediente segreto per arrivare prima al traguardo: il coraggio di guardare oltre l’ostacolo per trovare la forza di saltarlo.

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